Cassazione civile, Sezione II, sentenza 30 ottobre 2015, n. 22301
la Suprema Corte, con sentenza del 30 ottobre 2015, n. 22301, si è soffermata nuovamente sulla figura della consegna di “aliud pro alio”.
In tema di compravendita, vizi redibitori e mancanza di qualità – le cui relative azioni sono soggette ai termini di decadenza e di prescrizione ex art. 1495 cod. civ. – si distinguono dall’ipotesi di consegna di aliud pro alio – che dà invece luogo ad una ordinaria azione dirisoluzione contrattuale svincolata dai termini e dalle condizioni di cui alla citata norma – la quale ricorre quando la diversità della cosa venduta e quella consegnata incide sulla naturae, quindi, sull’individualità, consistenza e destinazione di quest’ultima, sì da potersi ritenere che essa appartenga ad un genere del tutto diverso da quello posto a base della decisione dell’acquirente di effettuare l’acquisto, o che presenti difetti che le impediscono di assolvere alla sua funzione naturale o a quella concreta assunta come essenziale dalle parti – c.d. inidoneità ad assolvere la funzione economico-sociale – facendola degradare in una sottospecie del tutto diversa da quella dedotta in contratto.